Natale 2024.
Ci sono accadimenti che spesso ci fanno pensare, ci fanno alzare lo sguardo e ci fanno fare un’analisi di quello che stiamo facendo.
Ci interrogano sulle nostre vite. Sul loro senso. Ti chiedono cosa stai facendo, ti chiedono spesso se sei sui giusti binari, se il tuo comportamento con gli altri sia un comportamento corretto, se il valore che hai dato alle tue cose sia il giusto valore, o se hai preso per oro il piombo e viceversa. Ma alcune cose ti portano via. Ti mettono davanti l’ovvio che spesso non riusciamo a vedere accecati come siamo da altri falsi idoli. Cose ovvie, ma tanto ovvie che spesso, troppo spesso, diamo per scontate.
Lo spunto di riflessione è il caso di un paziente dell’ospedale Santo Spirito di Roma, Luciano D’Adamo, un uomo di 68 anni nel 2019 che, a seguito di un incidente, cade in coma e si risveglia dopo 5 anni nel 2024 e pensa di essere nel 1980: anno in cui è stato colpito da altro incidente.
Il medico capisce parlando con Luciano che qualcosa non va: dal numero senza prefisso che Luciano chiede di chiamare, 3381270, perchè non chiamava da fuori Roma. Al medico dice di essere fidanzato con una ragazza di 19 anni, non riconosce moglie e figlio quando entrano nella sua stanza. Aveva perso 39 anni di memoria. Era fermo ai 23 anni.
Ricorda poco e niente dei 39 anni passati dopo i suoi 23.
Tra i suoi pochi ricordi c’è un rigore tirato da un giocatore che non riconosce. Il figlio riesce a capire che il rigore è quello del famoso cucchiaio di Totti tirato contro il portiere Van Der Sar dell’Olanda, nei mondiali vinti dall’Italia nel 2006.
Luciano dice di non essere felice. Dice di trovarsi in un pozzo nero.
Cosa è quindi la felicità?
Sono le relazioni coltivate, è non scordare i nostri ricordi, non mettersi in un pozzo nero.
Amare la vita significa quindi avere ricordo e continuare a coltivare nel quotidiano le nostre relazioni.
Questo è il nostro tesoro: sentimenti, notizie, amicizia, accadimenti belli e brutti, ma anche storie strane come storie di cucchiai.
Mettersi in dei pozzi neri coscientemente o incoscientemente non è vita.
È vita amare, partecipare attivamente, modificare, fare, agire, dare il proprio contributo, conoscere.
È la vita, con i suoi accadimenti positivi e negativi, che forma la tela che ci lega gli uni con gli altri.
La cosa ancora più importante è non dimenticare, è avere memoria e usarla come strumento di miglioramento continuo.
Un Buon Natale a tutti voi: parenti, amici e conoscenti che leggeranno questa nostra breve e speriamo non noiosa riflessione, augurando a tutti una vita piena di vissuto e di ricordi.
Buon Natale a tutti voi.
Roma, 22 dicembre 2024