A 85 anni Michelangelo Buonarroti asseriva di stare ancora imparando. Doveva essere quell’anno, tenendo conto la data di nascita, 1475, il 1560: quattro anni prima della sua morte.
Negli anni che vanno 1560 al 1564, anno della sua morte, Michelangelo produce il progetto di San Giovanni dei Fiorentini, la Cappella Sforza in Santa Maria Maggiore, Porta Pia, il progetto di ristrutturazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli, e continuò ad essere direttore dei lavori della fabbrica di San Pietro fino al 1563.
Come scultore, attività molto faticosa quando si è a tarda età, tentò di finire la pietà Rondanini. La statua fu trovata nel suo studio dopo la sua morte. Era destinata alla sua tomba.
La frase ci lascia a bocca aperta: “Sto ancora imparando”. Un architetto, pittore, scultore, poeta. Una vita passata a conoscere il mondo e a trasmettere quanto imparato attraverso le sue numerosissime opere. Eppure alla fine della sua vita ancora stava imparando, con la curiosità propria di quegli artisti che non finiscono mai di evolvere.
Ci lascia anche molto amaro in bocca quella fame di sapere. Un sapere che era scevro da conoscenza burocratiche e legali, ma che era carico di sapienza tecnica, di conoscenza dei materiali, di ispirazione artistica, di conoscenza dell’alchimia dei componenti dei vari colori, di sapienza della funzione statica ed il tutto messo a disposizione e al servizio del messaggio che ogni volta voleva dare con le sue opere.
Mastichiamo amaro! Passiamo la quasi totalità delle nostre giornate a risolvere questioni che nulla hanno a che fare con la professione di architetto. Siamo insabbiati nelle pastoie burocratiche che bloccano di fatto la possibilità di espressione e ricerca artistica. E questo si riflette chiaramente anche nel livello qualitativo delle opere italiane.
Che differenza tra allora ed oggi!